Nel 2020 il 63% degli italiani ha rinunciato a visite mediche e controlli periodici. Tra le principali cause di questa pericolosa deriva, c’è sicuramente la paura della pandemia e dei contagi, ma non solo. Sembra, infatti, che il Coronavirus abbia solo evidenziato e aumentato un problema di “pigrizia” e di scarsa educazione alla prevenzione. A rivelarlo, uno studio dell’Osservatorio Sanità di Unisalute realizzato con Nextplora dal quale si evince il 47% degli italiani nel 2020 non si è sottoposto a un esame diagnostico e due intervistati su cinque (40%) non ha eseguito alcuna visita medica.
Lo studio “In questo quadro – evidenzia UniSalute – sorprende scoprire che anche le donne, solitamente più attente alle tematiche della salute, abbiano adottato comportamenti preoccupanti: solo la metà delle italiane over 30 ha svolto una visita ginecologica nel corso del 2020. Purtroppo tali dati non sembrano legati all’epidemia di Covid e quindi a una volontà di evitare strutture sanitarie in questo periodo. Un’analisi più approfondita ha, infatti, rivelato una bassa predisposizione alla prevenzione degli italiani. Un problema radicato nel tempo e nelle abitudini. Il 15% degli italiani non ha mai svolto un esame semplice ma importante come l’elettrocardiogramma. Addirittura, il 42% degli intervistati ha dichiarato di non aver mai fatto una ecografia
all’addome, il 41% degli uomini del nostro Paese non ha mai svolto l’esame del sangue PSA così come un’italiana su tre (34%) non si è mai sottoposta ad una mammografia. Nonostante le periodiche campagne a favore di quei piccoli controlli che ognuno può svolgere autonomamente (come la misurazione della pressione o della saturazione d’ossigeno) oltre un quinto degli italiani (21%) continua ad affermare di non attuare mai queste semplici pratiche. Ma come si potrebbe favorire la cultura della prevenzione? Secondo un intervistato su due (46%) l’ideale sarebbe una lettera da parte del SSN che riassuma il “calendario della prevenzione” per le varie classi di età, mentre secondo il 26% degli italiani il canale più efficace rimane quello del rapporto con il medico di famiglia. Molto gradite anche le campagne di screening pubblico: un esame di controllo su cinque (21%), infatti, viene svolto da cittadini che hanno ricevuto la lettera di invito
ad una di queste iniziative”.
L’importanza della prevenzione La diagnosi precoce consente un intervento terapeutico repentino e riduce, in moltissimi casi, la mortalità. Non ci stancheremo mai di dirlo, ma se nel 2018 sono stati registrati 53mila nuovi casi di cancro alla mammella e il tasso di mortalità diminuisce ogni anno dell’1% è perché la prevenzione ha funzionato. Scoprire una malattia è nella maggior parte dei casi un trauma. Attendere un referto fa paura. Sottoporsi a un esame diagnostico significa spesso chiedere un permesso a lavoro, rinunciare agli impegni… ma nulla ha più senso se quella malattia, scoperta tardi, ci invalida la vita. Un atto di coraggio e di determinazione oggi è un atto d’amore per se stessi domani.